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PRECAUZIONI STANDARD

RISCHIO CHIMICO

DETERGENTI E DISINFETTANTI, STERILIZZANTI (GLUTARALDEIDE)
Per prevenire il rischio di esposizione a sostanze e preparati disinfettanti e detergenti occorre che siano attuate una serie di misure tecniche ed organizzative nello specifico:1

  • usare razionalmente i mezzi protettivi con particolare riferimento a idonei guanti monouso e alle creme barriera, alle mascherine per lavori prolungati, ecc.
  • non utilizzare sostanze contenute in contenitori senza etichetta
  • non eseguire travasi di sostanze in bottiglie normalmente adibite ad altri usi (bottiglie di acqua, bibite, ecc.)
  • utilizzare i prodotti in ambienti ben aerati
  • ricordarsi che i prodotti possono essere infiammabili, per cui non accendere fiamme, non fumare e non utilizzare apparecchiature che possono provocare scintille.

L'uso della glutaraldeide (disinfettante) può comportare esposizione sia per via inalatoria sia per via cutanea (accidentalmente), con possibile comparsa di effetti irritativi/allergici a carico delle mucose, degli occhi, delle prime vie respiratorie e della cute.1
Gli operatori (medici, tecnici, infermieri, ausiliari, ecc.) che utilizzano, preparano o smaltiscono soluzioni di glutaraldeide, devono essere dotati di:1

  • protezione per le mani (guanti monouso in nitrile),
  • protezione per le vie respiratorie (facciali filtranti usa e getta),
  • protezione per gli occhi/faccia per possibili spruzzi in particolare nella manipolazione della soluzione su piano libero (occhiali a mascherina o visiera e schermi trasparenti)
  • e protezione per il corpo (camici lunghi o grembiuli impermeabili, ecc.).

Al fine di ridurre il livello di rischio sono raccomandabili una serie di interventi tecnici (da effettuarsi sotto cappa aspirante) ed organizzativi, tra i quali:1

  • è fatto divieto di accesso alla zona di manipolazione della glutaraldeide al personale non opportunamente istruito
  • utilizzo di quantità minime di soluzioni nei bagni di glutaraldeide
  • identificazione, mediante etichette, dei contenitori delle soluzioni
  • giusta manualità (in modo delicato) nel riempire e svuotare i bagni usando tutte le precauzioni necessarie per evitare versamenti
  • uso di vasche o recipienti tappati e a tenuta, quando non usata
  • accurato risciacquo, con cicli aggiuntivi a quelli effettuati automaticamente, degli strumenti che possono venire a contatto con gli occhi degli operatori (oculari degli endoscopi, ecc.)

FARMACI ANTIBLASTICI/CANCEROGENI
I farmaci antiblastici devono essere allestiti in un ambiente di lavoro di classe 100 (secondo la norma statunitense F.S.209D), corrispondente alla classe ISO5 (secondo la norma ISO 14644-1) ed alla classe A. La preparazione deve essere eseguita sotto cappa a flusso laminare verticale almeno di classe 2b (che deve essere sottoposta a manutenzione periodica).2
Negli ambienti adibiti solo a somministrazione, qualora se ne determini la necessità per intensa attività terapeutica e/o per impossibilità ad evitare la formazione di concentrazione in aria dei farmaci antiblastici, è opportuno realizzare almeno sei ricambi d'aria/ora, efficaci (calcolati con la formula del recovery time).2

La somministrazione deve avvenire in sicurezza, preferibilmente con pompa d'infusione, evitando lo spandimento accidentale.2
Devono essere disponibili contenitori all'interno dei quali inserire i materiali contaminati, adatti ad evitare un'esposizione accidentale del lavoratore, realizzati in modo tale da agevolare l'introduzione dei suddetti materiali e dotati di chiusura di tipo irreversibile.2

Di seguito sono riportate le caratteristiche dei Dispositivi di Protezione Individuale da adottare nell'esecuzione delle attività sanitarie che comportano impiego di farmaci antiblastici e/ o chemioterapici di altra tipologia che comportano elevata tossicità di esposizione.2

GUANTI
Devono essere resistenti alle permeabilità di prodotti chimici e devono essere elencati i farmaci antiblastici per i quali il guanto è stato testato (farmaci più pericolosi e/o più frequentemente utilizzati); almeno 4-5 sostanze scelte dal seguente elenco, comprensivo dei composti più diffusamente usati nei protocolli terapeutici, indicando i tempi di protezione consentiti per ogni sostanza.2
Altri parametri da tenere in considerazione sono:2

  • penetrazione (AQL): varia da 1 a 3. Il livello 1 indica la prestazione migliore;
  • proprietà fisiche (allungamento, resistenza alla rottura);
  • dimensioni.

Sono da adottare, in fase di preparazione, guanti certificati quali DPI sterili. Da non utilizzare il doppio guanto. Sostituire i guanti ogni qualvolta vi sia contaminazione e, compatibilmente con la permeabilità alla sostanza, sostituirli ogni due ore di lavoro.2

INDUMENTI DI PROTEZIONE
Gli indumenti di protezione devono essere classificati quali DPI e devono possedere la marcatura CE, in ottemperanza alle norme tecniche di tipo generale e specifico, necessarie a garantire la protezione da agenti chimici ed essere classificati in categoria III.2
Nelle UFA classificate come clean room, in cui sono presenti cappa a flusso laminare verticale e/o sistemi robotizzati, sarebbe preferibile usare tute sterili DPI, idonee per ambienti classificati ISO5.2

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE
I dispositivi di protezione delle vie respiratorie devono essere impiegati nel caso in cui si debba effettuare una preparazione in ambiente privo di un numero appropriato di ricambi d'aria, in situazione di malfunzionamento della cappa a flusso laminare e/o in ulteriori circostanze di esposizione dell'operatore (come per esempio lo spandimento accidentale di antiblastico e/o durante le operazioni di pulizia della cappa a flusso laminare verticale). Per l'operatore sanitario è opportuno impiegare una semimaschera con filtro antipolvere o un facciale filtrante antipolvere. Questi dispositivi devono possedere la marcatura CE, in ottemperanza alle norme tecniche EN 140 per quanto concerne la semimaschera (cioè la struttura portante del dispositivo di protezione respiratoria), EN 143 per il/i filtro/i antipolvere da impiegare con la semimaschera, EN 149 per quanto riguarda i facciali filtranti antipolvere.2

DPI PER LA PROTEZIONE DEL VOLTO DA SCHIZZI DI LIQUIDI E/O ALTRO MATERIALE SIMILARE
Devono essere dispositivi classificati quali DPI, del tipo a visiera o equivalente e devono avere una marcatura CE, in ottemperanza alla norma tecnica EN 166 “Protezione da gocce e spruzzi di liquidi”. Si sottolinea inoltre l'esigenza, per tutti i DPI, di una corretta conservazione nonché di un'appropriata procedura igienico-sanitaria e di disinfezione, nel caso di dispositivi non monouso. In quest'ultimo caso si raccomanda, infine, di rendere disponibile per ogni operatore un dispositivo di protezione “personale”.2

SPANDIMENTO ACCIDENTALE
Nel caso di dispersioni accidentali, gli operatori devono avere a disposizione “kit di emergenza”, che comprendano tutti i DPI sopra menzionati e procedura specifica per intervento, in caso di contaminazione accidentale.2


1. http://www.aslcn2.it/azienda-asl-cn2/servizio-di-prevenzione-e-protezione/principali-rischi-in-ambiente-ospedaliero/
2. Documento Italiano di Consenso. Gestione del rischio di esposizione del personale sanitario nella manipolazione dei farmaci antineoplastici iniettabili: gli aspetti di prevenzione e la caratterizzazione delle misure di sicurezza.

RISCHIO CHIMICO

Il personale sanitario è soggetto al rischio chimico in relazione non solo all'utilizzo di sostanze chimiche (ad esempio detergenti, disinfettanti, sterilizzanti, ...), ma anche alla preparazione e somministrazione di farmaci (farmaci antibiotici, antiblastici/antitumorali).

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CORRETTO UTILIZZO DEI DISPOSITIVI

La direttiva 2010/32/UE pur fornendo una serie di definizioni non chiarisce cosa sidebba intendere per "dispositivo con meccanismo di protezione".
La Regione Emilia-Romagna recepisce i criteri pubblicati fissati da varie Agenzie Internazionali Regolatorie.

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SICUREZZA DI TAGLIENTI E PUNGENTI PER L'OPERATORE SANITARIO

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Un servizio di informazione offerto agli operatori sanitari da Becton Dickinson